La Campana Buddista

Campana buddista: scopriamo di più sulla campana tibetana – 

Storia, composizione ed utilizzo dell’antico strumento per la meditazione, la preghiera e l’equilibrio dei centri e canali energetici

Storia e composizione –

Originaria del Tibet, e più precisamente dell’area dell’Himalaya, la campana buddista o tibetana è uno strumento molto antico il cui utilizzo si è diffuso anche in Nepal e in India. Questo strumento vibrazionale, che è in grado di produrre un suono puro, il suono dell’OM, è oggi prodotto anche in Corea, Giappone e Cina. Tuttavia le campane tibetane più ricercate per la qualità dei materiali e della loro manifattura, sono sicuramente quelle realizzate in Tibet; in questo senso, è importante diffidare dagli esemplari prodotti industrialmente.

Ma da cosa è composta, nello specifico, una campana buddista? E’ solitamente costituita da sette metalli (alcune arrivano a contenerne 12 e queste ultime soprattutto quelle di ultima generazione si sono rivelate le più efficaci a livello terapeutico), che corrispondono ognuno ad un pianeta del sistema solare; in particolare è composta da una lega di oro che rappresenta il Sole, argento che richiama la Luna, il mercurio che corrisponde al pianeta Mercurio, il rame che rappresenta Venere, il ferro che richiama Marte, lo stagno che rappresenta Giove ed infine il piombo che corrisponde a Saturno.

Utilizzo della campana tibetana – 

Utilizzare le campane buddiste è relativamente semplice, tuttavia per un risultato ottimale occorre un po’ di pratica, esperienza e formazione attraverso corsi di bravi insegnanti. Diversamente da una campana comune, la campana tibetana si usa con l’area cava rivolta verso l’alto e si tiene in mano o in terra.

Usata per la meditazione ed i riti lamaisti, il suono della campana tibetana cambia in base allo spessore ed alla quantità di ogni metallo contenuto in essa.

Nel particolare la campana va tenuta nella mano sinistra, facendo attenzione a toccarla con tutte e cinque le dita, in modo da assicurare la massima vibrazione; con la mano destra si impugna il bastoncino che viene fornito con la campana tibetana, solitamente ricoperto di pelle, e lo si fa scorrere sul bordo in senso orario fino a che non si produce un suono, per l’appunto, il suono dell’OM. Questo è il modo più semplice e conosciuto. Per la terapia o per un utilizzo più profondo ovviamente il lavoro è molto più articolato e complesso, è per questo che bisogna fare dei corsi di formazione.

Alcuni studi hanno dimostrato che le campane buddiste, nel momento in cui vengono suonate, emettono le onde alfa, ovvero delle onde celebrali sincronizzate e regolari che hanno la caratteristica di avere una frequenza sempre compresa tra 8 e 12 Herz, le stesse che il nostro cervello emette prima del sonno o nel momento della veglia ad occhi chiusi.

Per un utilizzo semplice la campana tibetana va tenuta all’altezza del cuore, del chakra del cuore, e si dimostra un prezioso supporto alla pratica della meditazione, nonché del rilassamento, dell’introspezione, della concentrazione sul proprio respiro e della preghiera. Non solo, la campana tibetana può essere utilizzata, da mani esperte, come accompagnamento a lezioni di yoga, pilates o per attività che hanno a che fare con la concentrazione. Nel particolare la campana buddista risulta preziosa per il ri-equilibrio dei sette chakra e dei canali energetici.

Ricordo, infine, che la campana rappresenta lo Yin, ovvero l’energia femminile, le nostre dita le cinque buddhità, ovvero le cinque manifestazioni del Buddha, e i sette metalli sono un chiaro richiamo al cielo, lo Yang, e dunque ai sette pianeti del sistema solare.

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