La parola sanscrita Namaste, accompagnata dal mudra, racchiude la celebrazione del prossimo e l’ugualianza tra gli esseri.
Namasté: una parola densa di significato che racchiude in sé una serie di valori tutti da imparare. Namasté è un termine di origine sanscrita che insieme a declinazioni come Namaskar o Pranam viene usato come saluto in tutta l’Asia tra persone di ogni età, siano esse giovani o anziani, sconosciuti, amici o parenti. Namaste oppure Namastè o ancora Namasté, richiama all’uguaglianza degli esseri viventi e alla celebrazione del prossimo nel senso più profondo ed è accompagnato dal gesto di unire i palmi delle mani all’altezza del cuore e dalla leggera inclinazione del capo; questo atto, un Mudra chiamato Anjali o Pranam, è la rappresentazione simbolica dell’unione di un cosmo in apparenza composto da due parti distinte, ovvero lo spirito e la materia, che andiamo a trovare rispettivamente nella mano destra, che richiama il divino e nella mano sinistra che richiama invece il lato terreno.
Mentre nel saluto più comune il Namaste è accompagnato dall’unione dei palmi delle mani davanti al petto, quando ci si trova davanti alle caste superiori le mani vengono portate tra le sopracciglia (dov’è localizzato il terzo occhio, l’Ajna chakra) mentre davanti ad un Guru o ad una divinità viene espressa una venerazione ancora più profonda portando le mani sopra la testa.
Il Significato di Namaste
Il significato del Namaste non è da cercare all’interno di un’abitudine o di una tradizione, ma in qualcosa di molto più ampio. Infatti la parola Namastè deriva da due parole di origine sanscrita, ovvero “namah” che significa “m’inchino” e “te” che significa “te”. Letteralmente Namastè significa “mi inchino a te” e può essere interpretato con “lo spirito che è dentro di me riconosce lo spirito che è in te”.
Molto usato nei centri yoga, tra persone che si interessano di benessere, meditazione guidata e che praticano abitualmente esercizi yoga, hata yoga, o altre discipline affini, il Namaste racchiude in sé più valori. Infatti “namah” può essere anche interpretato come “na ma”, ovvero “non mio”, il che andrebbe ad indicare una riduzione dell’ego nel momento in cui ci si trova davanti ad una persona, annientando il potere e la supremazia sull’altro e promuovendo la stima e il rispetto reciproco.
Entrando nella sfera spirituale, Namaste ha un significato ancor più profondo. Infatti questo termine di origine sanscrita sostiene che lo spirito, o il “Sè” che è dentro di me è esattamente lo stesso presente in tutte le altre persone. L’unione che si va a creare con il prossimo è molto intensa, così come l’introspezione; è proprio per questo che alcuni orientali quando pronunciano la parola Namaste chiudono gli occhi, perché mentre salutano il prossimo si guardano anche dentro. Non è un caso, dunque, se questo saluto è spesso e volentieri affiancato da altre frasi che ricollegano alla contemplazione del divino, come ad esempio “Ram Ram” o “Om Shanti”.
Dunque il Namaste, che in India viene denominato il Namaskaram mudra, è molto più che un semplice saluto. Questo mudra, che ricordiamo è unito al mantra, in quanto è un gesto unito ad una parola in sanscrito, è teso a riconoscere la divinità che è in ognuno di noi. E’ proprio su questa convinzione che nasce il significato Namasté, sull’idea che nel chakra del cuore di ogni persona si trovi uno spirito non terreno.
Infine, parlando dell’unione dei palmi della mano, ovvero del mudra Anjali, è doveroso sottolineare che questo gesto crea un’armonia dell’energia interiore, permettendo all’individuo di riequilibrarsi.
Namastè nello Yoga: a inizio e fine sessione
Nello yoga noi accettiamo di essere tutti collegati l’uno all’altro e a Dio, la Divinità, la Natura (qualsiasi parola piaccia usare). Finiamo allora ogni sessione ricordandocelo.
Inginocchiati o seduti in posizione comoda.
Porta le mani giunte al cuore e fai un inchino onorando il Divino che è in te e negli altri e che naturalmente rappresenta la Sorgente Ultima della Divinità, in qualunque modo la si voglia vedere.
Sottovoce o mentalmente pronuncia le seguenti parole:
[InviaMessaggio]“Onoro quel luogo in me in cui risiede l’intero Universo.
Onoro quel luogo in me in cui vi è amore, luce, verità e pace.
Onoro quel luogo interiore che fa sì che tu ed io siamo Uno,
quando tu ti centri in esso dentro di te, ed io faccio altrettanto, dentro di me.”