La Rete del Pensiero – Discorsi a Saanen ed Amsterdam 1981
La Rete del Pensiero – In questi discorsi, pronunziati nel 1981 in Svizzera a Saanen e in Olanda ad Amsterdam, Krishnamurti paragona il condizionamento che il nostro cervello ha subito alla programmazione di un computer.
L’essere umano è stato sottoposto al condizionamento della famiglia, della religione, dell’ambiente sociale e culturale in cui ha vissuto. Così ora “pensa” meccanicamente in base a questi programmi che sono stati impressi in lui, prigioniero nella “rete di pensiero” che lo avvolge. La sua personalità non è altro che il risultato di questa programmazione. Il pensiero è un processo materiale che produce continue divisioni tra gli esseri umani. Essere indù, musulmani, cristiani, significa porre le basi del conflitto. Krishnamurti afferma che la libertà significa per il cervello essere libero dai “programmi”, che lo fanno funzionare solo in modo parziale e mai nella piena totalità delle sue capacità. Quando il cervello funziona in modo completo, totale, c’è un’osservazione, un’attenzione “senza alcun centro”. L’osservazione allora è azione in se stessa, ed ha in se l’intelligenza che libera il cervello dalle illusioni e dalla paura.
Jiddu Krishnamurti è nato l’11 maggio 1985 a Madanapalle, vicino a Madras, nell’ India meridionale, ed è morto a Ojai in California il 17 febbraio 1986. Per più di sessant’anni le sue parole non hanno fatto altro che indicare agli esseri umani la necessità di scoprire un’azione non toccata, non condizionata dal pensiero, un’azione che contiene in se stessa l’intelligenza della compassione e l’immensità della libertà.
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