Il Pranayama è una tecnica per il controllo ritmico del respiro. E’ il quarto stadio dello Yoga, secondo lo Yoga Sutra di Patañjali (filosofo del II sec. a.C. al quale è attribuita l’opera Yoga Sūtra) . Insieme al ritiro della mente dagli oggetti dei sensi. Questi due stati dello Yoga sono conosciuti come le ricerche interiori ed insegnano come controllare la respirazione e la mente, quale mezzo per liberare i sensi dalla schiavitù degli oggetti di desiderio. La parola Pranayama è formata da Prana (fiato, respiro, vita, energia, forza) e da Ayama (lunghezza, controllo, espansione). Il suo significato è quindi di controllo ed estensione del respiro.
Pranayama – Le fasi del suo controllo
E’ possibile controllare il Pranayama? La risposta è sì. Tale controllo si attua durante le classiche quattro fasi:
- inspirazione
- pausa respiratoria dopo l’inspirazione
- espirazione
- pausa respiratoria dopo l’espirazione
Nei testi di Hata Yoga, in generale il termine kumbhaka (da kumbha: brocca per acqua, calice) è usato per includere le tre fasi di inspirazione, espirazione e trattenimento del respiro. Quando il respiro viene trattenuto dopo una inspirazione, viene chiamato antara kumbhaka (interno, interiore). Quando viene trattenuto dopo una espirazione, viene chiamato bahya kumbhaka (esterno, esteriore).
La scelta di giusti modelli ritmici della respirazione profondi e lenti, rafforzano il sistema respiratorio, calmano il sistema nervoso e riducono la bramosia. Attraverso il Pranayama, è possibile così liberare la mente e, attraverso questa pratica aumentare la propria concentrazione. L’emotività influisce sul ritmo del respiro e lo trasforma in rapido, poco profondo e incontrollato. Il controllo del respiro permette il controllo della mente. Dato che lo scopo dello Yoga è calmare e controllare la mente, lo Yogi apprende la tecnica del Pranayama per dominare il respiro, in modo da controllare i sensi, raggiungere così lo stato di Pratyahara e predisporsi per la meditazione.
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